L’investigazione del quotidiano e la ricerca della normalità sono i due perni intorno ai quali ruota la poetica di David Perlov. Guardare il mondo rappresenta l’elaborazione di un percorso nel quale la questione della conoscenza e l’analisi filosofica sono elementi che si uniscono in una variegata tavolozza visiva e linguistica. Perlov privilegia la dimensione della riflessione individuale rispetto alla rappresentazione visuale pseudo-oggettiva.. L’artista non vuole farsi portatore dell’ideologia dell’oggettività, quanto piuttosto far scaturire un ragionamento sul senso dei comportamenti umani, sulla natura dei rapporti interpersonali. Realtà, illusione, memoria, verità, punti di vista socio-politici, relazioni sentimentali divengono tessere di un mosaico filosofico impossibile da classificare attraverso i codici delle arti visive. Le scopo del lavoro di Perlov sembra più che altro quello di continuare a porsi dei quesiti che spingano il suo pensiero verso quell’abisso all’interno del quale è collocata la sostanza della nostra quotidiantità. Questo atteggiamento di ricerca non gli impedisce mai di contestualizzare, però, le sue esperienze nella vita concreta. In questo modo, Perlov evita il pericolo del qualunquismo e si mostra in tutta la sua umana fragilità, senza difese intellettualistiche e atteggiamenti da artista demiurgo.
Una produzione Zoneattive, The Open Museum of Photography at Tel-Hai Industrail Park (Israele), Banco Desio, con il supporto tecnico di Interact (Roma)
In collaborazione con Ambasciata di Israele a Roma / Dipartimento delle Belle Arti, Ministero degli Affari Esteri, Gerusalemme
Ringraziamenti: Mira Perlov, Yael Perlov, Naama Haikin, Donna Gobi, Liran Atzmor, Dalia Padoa, Moran Godess
Israel Film Service (Gerusalemme), Belfilms (Tel Aviv), RE:VOIR Vidéo Editions (Parigi)
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