Capì che quell’uomo davanti a lui si sarebbe fermato sotto l’insegna del cappellaio. Se lui si fosse piegato sulle ginocchia , avrebbe fatto combaciare la testa dell’uomo con la tuba dell’insegna. La foto, che un istante prima non esisteva, ora era già nel presente. Potevano, l’uomo e il fotografo, farsi la stessa domanda: “Che ci faccio qui?”. E potevano farsela migliaia di individui che incrociavano le loro strade migliaia di volte al giorno in mille luoghi diversi. Se, come sosteneva Mallarmé, “tutto il mondo è fatto per finire in un libro”, a maggior ragione i fotografi di oggi possono dire che tutto ciò che ci circonda è fatto per finire in una fotografia.
Che ci faccio qui?
Claudio Spoletini è nato a Roma, dove vive e lavora. Ha compiuto studi classici e letterari. Negli anni ’80 ha partecipato al dibattito culturale sulla fotografia, frequentando la Galleria Rondanini di Roma e i seminari di L. Ghirri e F. Fontana. Alla fine degli anni ’80 si è rivolto principalmente alla pittura, tenendo mostre personali e collettive in gallerie private e spazi pubblici. Attualmente collabora anche alla rivista in rete eadessovediamo.org.
Dal 4 aprile al 25 maggio settima edizione di FotoGrafia-Festival Internazionale di Roma promosso dal Comune di Roma, prodotto da Zoneattive, con la direzione artistica di Marco Delogu.