Il razionalismo utopico e tutto orientato verso il futuro di Oscar Niemeyer, trova in Salvino Campos una sorta di inseguitore attento, capace di rincorrere nelle sue fotografie le linee di fuga di sistemi architettonici aperti come gli orizzoni di Niemeyer, un architetto che non solo riesce a creare uno stacco netto con la precedente architettura di stampo coloniale, ma soprattutto da la sensazione di voler proiettare il destino stesso del Brasile verso una nuova dimensione umana e sociale, che si rispecchia in una progettazione a scala architettonica e urbana.
Campos ricostruisce il movimento delle architetture di Niemeyer attraverso leggeri spostamenti, scivolando nei punti di vista, che affianca uno all’altro, come per immettere nello sguardo la stessa fisicità, lo stesso senso di immersione ambientale così caratteristiche dei lavori di Niemeyer.
Le sue foto vedono spesso persone in movimento, esseri che interagiscono con forme e spazi dal respiro di sculture abitabili, allo stesso tempo barocche e di una pulizia quasi neutra. Sono immagini che giocano con questo senso sotteso di interazione e interagiscono fra loro e con chi le guarda con analoga sottigliezza, seguendo un analogo fluire naturale.
Non deve essere facile confrontarsi con la monumentalità immobile ed enfatizzata dalla storia e dalla fama delle architetture di Niemeyer, ma Campos sembra proprio averne trovato la chiave nella sua ricerca di una dimensione umana, a misura d’uomo, come il parametro del Modulor tanto caro a uno dei grandi maestri di Niemeyer, Le Corbusier. Questa dimensione umana rende le architetture di Niemeyer dei bassi continui, sottofondi abitati più che sfondi o quinte di persone impegnate in un continuo movimento, che entrano ed escono dagli edifici, vi si riuniscono, li vivono come parte integrante del loro paesaggio abituale, come se fossero sempre esistiti, come se non fossero il prodotto di una mente rivoluzionaria che ha innestato in un mondo ancora quasi vergine una nuova visione del reale.
Noto per le varie mostre presentate in sedi pubbliche e private, in Italia e all’estero, Salvino Campos in questa esposizione propone una particolare lettura della “foto di architettura” e sceglie Oscar Niemeyer.
La mostra, in 22 foto tra le più rappresentative dell’opera del famoso architetto brasiliano, è divisa tra le sedi dell’Ambasciata del Brasile e la Facoltà di Architettura di Roma 3.
Le fotografie, tutte rigorosamente in bianco e nero, sono messaggi intensi e nitidi che la scomposizione in dittici, trittici e polittici rende qualcosa di diverso dal reportage e dalla foto di architettura, proponendo dell’opera di Niemeyer una lettura personale e nuova, intuendo ed enfatizzando il legame che le architetture stabiliscono con il paesaggio e con l’elemento umano che popola, modella e trasforma lo spazio a misura d’uomo.
La mostra è visibile tutti i giorni, dalle ore ….
una produzione di ARTEAS
con la collaborazione dell'Ambasciata del Brasile
e della Facoltà di Architettura di Roma Tre